Si è spento a 96 anni l'ex Direttore Sportivo Silvano Bini

27.10.2025

di Athos Querci

ArancioneMagazine
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Bini insieme ad Agostinelli in Sala Maggiore. Dietro di loro Giovancarlo Iozzellie Nicolò Frustalupi


La redazione esprime le più sentite condoglianze alla famiglia Bini per la scomparsa, stamani, 27ottobre 2025, alla veneranda età di 96 anni, di Silvano Bini, Direttore Sportivo della Pistoiese nel 98/99 e 99/00. In precedenza è stata la bandiera dell'Empoli per circa mezzo secolo quando la squadra fiorentina militava nelle serie minori. Arriva alla Pistoiese chiamato dal Presidente Luciano Bozzi (anch'egli nativo di Empoli) nell'estate del 1998 dove c'è già il figlio Alessandro. Bini "pesca" subito bene scegliendo l'allenatore Andrea Agostinelli e gli acquisti sono tutti indovinati: Bianchini, Agostini, Benin, Ricchiuti, Pantano, Bonaldi e la Pistoiese torna in serie B. L'anno dopo, al termine della stagione 99/00, altra impresa leggendaria con la salvezza ottenuta nonostante il macigno della penalizzazione in partenza di un -4 (per la bomba carta lanciata nello spareggio di Cremona). Ma il rapporto tra Bozzi e Bini comincia a traballare, perchè il presidente si affida molto al procuratore Moreno Roggi. Bini si sente messo da parte e lascia la Pistoiese, lasciando la carica di D.S. al figlio Alessandro (persona gentile e affabile). Passa un annetto e mezzo e in una conferenza stampa del 9/4/2002 Bini viene richiamato perchè la squadra è in difficoltà. I dirigenti Bozzi, Banchi, Nencini, Soldi, gli chiedono di aiutarli a fare un altro miracolo perchè non si può retrocedere avendo tra le sue fila fior di giocatori: Consonni, Cascione, Bisoli, Carbone, Baiano, Banchelli, Cimarelli, ma il miracolo non si avvererà. Tornata in serie C la Pistoiese, Bini si accasa a Livorno dove farà ancora bene. Nel 2008, durante la complicata gestione dei Braccialini, Bini torna per la terza volta in arancione, chiamato da Luciano Bozzi (e Orazio Ferrari), che dietro le quinte cercano di dare una mano. Ma il suo ritorno è solo di facciata per calmare la piazza e non servirà a niente. Esce così definitivamente di scena un personaggio, sicuramente preparato tecnicamente con delle buone (anzi ottime) intuizioni, ma i suoi modi sgarbati, maleducati e spesso irrispettosi verso collaboratori e anche verso la città di Pistoia, non lo pongono certo come un'icona arancione da tramandare ai posteri.