La Pistoiese parlerà tedesco? Il giornalista pistoiese Claudio Beneforti è sorpreso.
di Athos Querci

Orazio Ferrari è pronto a vendere la Pistoiese. Dopo tanti tentativi con cordate serie e meno serie che si sono sempre conclusi con fumate nere, il presidente arancione, in sella da 11 anni e mezzo, ha deciso che l'imprenditore tedesco Stefan Lehmann (le società DIGIMARK Group e OMEGA, fanno capo a lui), sia quello giusto e gli ha ceduto le quote. Allo scadere dei suoi primi 100 anni, quindi, la Pistoiese ricomincia una nuova vita e lo farà, per la prima volta, con una proprietà straniera. Maggiori informazioni su come sarà articolata la nuova società e sui programmi immediati e futuri, crediamo si avranno presto. Per il momento c'è l'accordo preliminare e il passaggio ufficiale si avrà a metà gennaio prossimo quando sarà fatta la sostituzione delle fideiussioni garantite dalla famiglia Ferrari, che sono attualmente depositate in Lega.
A tal
proposito abbiamo intervistato il giornalista pistoiese Claudio Beneforti, che
da 30 anni lavora (segue il Bologna, le Coppe Europee e la Nazionale) al
Corriere dello Sport-Stadio e vive a Bologna. Le vicende della squadra della
sua città però lo interessano sempre e si era già pronunciato dopo la
riammissione. Domanda: Il 2021 si conclude ancora male per la Pistoiese.
Risposta: "A proposito di quello che avevo già scritto sono molto deluso
e guardo la classifica, che non è quasi mai cambiata in tutto l'anno. E' solo
saltato l'ennesimo allenatore e ne è arrivato un altro. A Pistoia pagano sempre
i tecnici, non voglio dire se sono o non sono bravi, anche perché non posso
seguirli e non posso vedere la squadra, ma faccio una riflessione da addetto ai
lavori: "quando in poco più di un anno ne saltano 4, il male è altrove.
Perché non dimentichiamoci che alla base di tutto c'è sempre la società. Il
motore di una squadra è la società e non viceversa".
Domanda: Hai visto che
c'è un probabile acquirente? Risp.: Si ho visto, perché della Pistoiese
leggo tutto, anche se farei meglio a non leggere per non arrabbiarmi. Non
conosco queste persone, nemmeno Rosati, ma nella mia vita di giornalista ho
imparato a non dovermi fidare di nessuno, è sempre meglio aspettare i fatti. Non
conoscendoli non posso dire, né qualcosa a loro favore e nemmeno contro. Ma non
nascondo che avrei voluto alla guida della Pistoiese uno che l'amasse. Fra l'altro mi ero illuso, leggendo, che c'era questo sig. Iorio
interessato a partecipare all'acquisto e sono sorpreso che questa operazione
non sia andata avanti."
Dom.: Ha sorpreso anche tutta Pistoia, non solo
te. Risp.: "Si perché era un anno che ci stava lavorando, non volendo
inventare niente e volendo regalare fatti e concretezze alla Pistoiese, stava
cercando appunto altri imprenditori vicini alla Pistoiese che prendessero parte
a quello che era il suo progetto, che era grande, inteso a riportare la Pistoiese
in un calcio più importante. Tra l'altro mi aveva affascinato soprattutto una
sua dichiarazione "nel calcio potrei entrare solo nella Pistoiese, non in altre
società". Una vera dichiarazione d'amore, Beneforti è un fiume in piena., a me
spaventano quelli che prima ci provano col Como, poi con la Fermana, poi con
una squadra pugliese, poi con una siciliana. E poi c'era un'altra cosa che mi
affascinava..."
Dom.: Quale? Risp.: "Con lui sarebbe arrivato il mio
amico Fabrizio Salvatori. E lui sono certo che sarebbe stato felice di tornare
a Pistoia, non avendola mai dimenticata né da calciatore, né da direttore
sportivo. Con lui ho lavorato fianco a fianco, anche se su barricate opposte a
Bologna, dove ha vinto un campionato di B e ottenuto una salvezza in A che vale
come uno scudetto, considerate le persone che c'erano dietro a remare contro.
E' strano che uno come Salvatori sia fermo nonostante quello che ha vinto, ma
il calcio è anche questo e talvolta è brutale perché volta le spalle a
professionisti per bene. Ecco, anche il fatto che Iorio si fosse affidato a
lui, mi faceva capire quella che era il disegno della sua società."
Dom.:
Cosa speri nel 2022. Risp.: "Detto che mi risulta che Iorio non abbia gradito il
comportamento che è stato tenuto nei suoi confronti, spero che per la Pistoiese
sia veramente l'anno della svolta. Ma in meglio, non in peggio. Ecco perché da
tifoso e non da giornalista mi rivolgo ad Orazio Ferrari, che ho incontrato al
Memorial Vannucci e con il quale ho scherzato sulle critiche che gli avevo rivolto nel giorno della riammissione.
Ecco a Ferrari chiedo di pensare bene a chi lascerà la Pistoiese, perché nel
calcio di oggi uno può fare fatica o addirittura non riuscire a portare la squadra
a certi livelli, ma da pistoiese ha il dovere di lasciarla in buone mani. Di
conseguenza deve essere sicuro al 100% della decisione che prenderà. Anche
perché poi, i pistoiesi gliene renderanno eventualmente conto. Come hanno fatto
in questi giorni i tifosi della Sampdoria a Garrone per la scelta che a suo
tempo fece di dare la società a Ferrero."
Grazie Claudio, Buon Anno e naturalmente incrociamo le dita.