La Pistoiese compie 99 anni, Ma chi la costituì ? E chi scelse l'Arancione?

21.04.2020

di Athos Querci

Buon Compleanno Pistoiese. La tua festa oggi è celebrata senza torta e senza candeline. Da lontano, nel silenzio. Questa situazione mozzafiato non ci permette di festeggiarti come meriti. Lo facciamo in qualche modo con queste righe, ricordando perchè tu nascesti e che situazione c'era in quel lontano 21 Aprile 1921. Nella nostra città si giocava a calcio già prima dello scoppio della Grande Guerra. Addirittura il Pistoia F.B.C. vinse, nel 1914, il campionato di Promozione, ma dovette rinunciare a giocare la stagione successiva nella categoria superiore perchè dopo 3 mesi sarebbe scoppiato il conflitto mondiale. Nel 1921 Pistoia e l'Italia erano appena uscita dalle brume di una lunga e difficile guerra, ma alcuni pistoiesi sentivano il desiderio di evadere da una vita fatta di rinunce, di sacrifici, di stenti, di lutti. Così Ciro Papini (che farà il Presidente), l'Ammannati (segretario) il Bartolini (Cassiere) e i consiglieri Vallecorsi, Lenzi, Marini e Davitti, ebbero l'idea di fondere le due maggiori squadre di Pistoia: l'Audace e il Pistoia F.B.C. e il 21 Aprile 1921 (era un giovedì) costituirono ufficialmente l'Unione Sportiva Pistoiese. L'entusiasmo di questi ragazzi faceva da contraltare alle critiche che ricevevano. Non c'era una sola persona disposta a scommettere un soldo bucato sulla possibilità di sopravvivenza della neonata società. Troppo brutta, squinternata, povera, gracile, dicevano. E poi nella situazione di grande povertà che versava Pistoia, fa rabbia vedere un manipolo di giovanotti vagabondi che si divertono dietro ad un pallone. Ma i nostri avi, scapestrati, squattrinati, ma ostinati e caparbi, non mollarono. Ogni giorno una riunione e una sera ci fu da decidere il colore delle maglie. In consiglio si discusse molto animatamente. Alcuni volevano la maglia nera che stava, purtroppo, diventando di moda, altri la preferivano bianca con rifiniture blu. Ma un amico dei dirigenti, un certo Eugenio Melani (guarda caso questo cognome....) aveva avuto l'occasione di vedere a Milano giocare la nazionale olandese che indossava la casacca arancione. Si era talmente entusiasmato che propose l'Arancione. E' un colore vivace, giovanile, primaverile, bello a vedersi sul prato verde, disse. Insieme agli amici, Guarnieri (detto "Dandolo"), al segretario Ammannati (detto "Tange") e a Leonardo Mione (farà in seguito l'allenatore, il massaggiatore e il giornalista) riesce a convincere tutti gli altri e così l'Arancione diventa il colore della Pistoiese. La lana, per la prima muta di maglie viene comprata da Guidino Vannucci in Via di Stracceria sulla Sala. Ogni maglia viene a costare 11 lire. Il presidente Papini compra un terreno nella zona di Monteoliveto e tutti questi giovanotti (vagabondi?) spianano con le proprie braccia il campo, issano le porte, insomma in breve tempo sorge, se non proprio uno stadio, qualcosa che le assomiglia molto. Si chiamerà Monteoliveto e ben presto diventerà un simbolo di Pistoia. Così partì la Pistoiese. Sono passati da allora 99 anni e vorrei ringraziare tutte quelle migliaia di persone che si sono avvicendate per tutto questo tempo per seguire l'olandesina lavorando con passione e amore: giocatori, allenatori, presidenti, dirigenti, giornalisti e tifosi.