1 Giugno 1980. Quaranta anni fa la Pistoiese promossa in serie A

01.06.2020

di Athos Querci

Il 1 Giugno 1980 si materializza la promozione più importante di tutta la storia della Pistoiese. Fu un gran giorno per la Pistoiese, per Pistoia e per la nostra libidine calcistica. Andammo allo stadio camminando a un metro da terra. Io non ricordo nemmeno quante ore prima mi recai in Via delle Olimpiadi, ricordo tante bandiere e tutti avevano qualcosa d'arancione, soprattutto cappellini. Ma eravamo andati allo stadio a fare cosa? A vedere la Pistoiese andare in serie A? "Vaiavaia" direbbe oggi Panariello. Invece era tutto vero. Il cielo era terso, cioè talmente limpido da far trasparire nitidamente le immagini. Ma io mi ricordo di aver visto poco e niente e dice anche che faceva molto caldo. Ma contro chi si gioca? (il sole comincia a farmi male), il Lecce, mi fa un tifoso che mi è quasi in collo. Il Lecce porta bene, rispondo. Appena tre anni fa vincendo in Puglia ci salvammo in B. E' una società amica. Si comincia, passano i minuti, passa il 1° tempo, non succede praticamente niente. Si ricomincia sulla stessa falsariga, il Lecce tra l'altro è già salvo, chi glielo fa fare di "sudare". Siamo a 10 minuti dalla fine e la partita entra nella fase più emotiva. Frustalupi (38 anni), guida i "vecchietti", come li chiamavano a 90° minuto, Rognoni (34), Saltutti (33), Lippi (32), Luppi (32), Berni (31). Si cercano, si trovano, tengono il pallone, beffeggiano il tempo. I tifosi ammutoliscono perché si rendono conto che sta per avverarsi qualcosa di straordinario. Ma ecco che l'arbitro Altobelli di Roma fischia 3 volte. E' finita, 15.000 bocche spalancate salutano con un boato atomico questo storico momento. La gente si riversa in campo impazzita, chi corre da una parte chi dall'altra, c'è la corsa a prendersi chiaramente anche le maglie e i pantaloncini. Piangono e ridono tutti, si abbracciano e si baciano anche persone che non si sono mai conosciute e poi via tutti dietro ai giocatori che tengono uno striscione in mano e fanno il giro della pista. Lo stadio piano piano si svuota per andare tutti di corsa a sentire cosa dicono a 90° minuto (i vari Giorgio Bubba, Tonino Carino, Piero Pasini, non si danno pace, ci credo, avevamo messo dietro Cesena, Vicenza, Monza, Sampdoria, Spal, Atalanta, Palermo, Genoa, Bari, Verona, Parma) e poi tutti in giro per Pistoia a sventolare i vessilli. Sui balconi, donne anche di una certa età, che probabilmente non hanno mai visto una partita, partecipano alla gioia con qualcosa di arancione. Piazza Mazzini è lo spartitraffico e il ritrovo è in Piazza Duomo. La gioia continua fino a notte inoltrata e poche ore dopo sorgerà un altro giorno (la Festa della Repubblica più bella mai vista), ma sarà uguale all'altro perché, come dice Melani, il tramonto e l'aurora sono dello medesimo colore: Arancione. Questo avvenne quel giorno e io c'ero.